By 3 Aprile 2024

CASCIOTTA D’URBINO DOP

 

DESCRIZIONE, STORIA E CARATTERISTICHE DELLA DOP
La Casciotta d’Urbino DOP è un piccolo gioiello caseario marchigiano che racchiude in sé un passato secolare; la caparbietà di piccoli, grandi produttori; uno strano – e unico – nome; un’affascinante storia di passione e legami che coinvolge, nientemeno che il Maestro Michelangelo Buonarroti.
Frutto di una lavorazione tradizionale e simbolo dell’area di Pesaro e Urbino (Marche), la Casciotta d’Urbino DOP è il primo prodotto caseario ad aver conquistato la certificazione DOP in Italia. È tra i formaggi tipici più antichi dello Stivale – le sue origini risalgono al ‘500 – e nasce da una miscela di latte ovino (70-80%) e di latte vaccino (20-30%).
Il suo è un nome sui generis: spicca per la sua “strana” lettera S. Una storpiatura che, si dice, sia dovuta a un errore di trascrizione di un impiegato ministeriale e che la differenzia dai formaggi che, come lei, derivano il loro termine identificativo dall’antico “cascio”, variante linguistica territoriale del più diffuso “cacio”.
È un formaggio da tavola che può essere condito con olio d’oliva, erbe aromatiche e pepe. Un ottimo abbinamento è quello con la polenta. È ottimo anche in accoppiata con verdure fresche, olive ascolane, frutta fresca o secca. È adatto per accompagnare aperitivi. Si accosta a mieli e marmellate. Predilige vini bianchi giovani come il Bianchello del Metauro DOC, vitigno autoctono della provincia di Pesaro e Urbino ma anche alcuni rosati.
Ed è proprio in questo periodo che inizia la storia di una lunga passione tra il grande Michelangelo Buonarroti e un eccelso prodotto caseario simbolo del territorio: la Casciotta d’Urbino. Questo formaggio era amatissimo dall’artista che aveva terreni a Casteldurante, l’attuale Urbania, piccolo borgo incastonato nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino.
Si narra che, per garantirsi un’abbondante scorta di Casciotta mentre era impegnato con la Piazza del Campidoglio e con la Basilica di San Pietro in Vaticano e la sua Cupola, Michelangelo avrebbe fatto affittare, (come risulta da un atto notarile del 12 febbraio 1554), tre poderi con casa e terreno a Casteldurante dal suo domestico e più stretto collaboratore, nativo proprio della cittadina, Francesco Amatori, detto l’Urbino. È da questa figura, e non com’è più facile pensare, dalla vicina città rinascimentale di Urbino, che prende il nome la DOP.
La “Casciotta d’Urbino DOP” è prodotta nel territorio della provincia di Pesaro-Urbino e in alcuni comuni della provincia di Rimini (Novafeltria, Talamello, Sant’Agata Feltria, Casteldelci, Maiolo, San Leo, Pennabilli) secondo tecniche casearie di radici antiche, consolidate nei secoli, rigidamente regolamentate.
La D.O.P. è riservata solo al prodotto in possesso di tutti i requisiti che gli offrono una peculiare connotazione. La “Casciotta d’Urbino” è un formaggio ottenuto con latte di pecora intero in misura variabile da un minimo del 70 a un massimo dell’80%, e di latte di vacca intero per il restante 20-30% proveniente da due mungiture giornaliere. Il latte è coagulato ad una temperatura di 35°C circa con caglio liquido e/o in polvere.